Tocilizumab, primo anticorpo monoclonale tra gli inibitori dell’IL-6 contro l’artrite reumatoide, disponibile come biosimilare

Tocilizumab è il primo anticorpo monoclonale tra gli inibitori dell’interleuchina-6 per il trattamento dell’artrite reumatoide. Disponibile come biosimilare, è dunque con costi più contenuti, potrebbe essere utilizzato efficacemente anche in prima linea e perfino in monoterapia, quando cioè non fosse possibile l’associazione con metotrexato, in quei pazienti che non rispondono a questa molecola o sono ad essa intolleranti. Il tema dell’importanza dell’ampliamento delle opzioni terapeutiche dell’artrite reumatoide basato sul contributo fondamentale dei farmaci biosimilari è stato al centro di un evento stampa promosso nei giorni scorsi a Roma, presso la Fondazione Sturzo, dalla rivista Italian Health Policy Brief IHPB, cui hanno partecipato Farmacologi, Clinici e pazienti.

“Tocilizumab è una molecola importante che ha un suo preciso posizionamento nell’ambito della medicina personalizzata perché è stato il primo farmaco che ha consentito di contrastare l’artrite reumatoide senza doverlo necessariamente associare al metotrexato”, dichiara il prof. Maurizio Rossini, ordinario di Reumatologia presso l’Università di Verona, direttore della UOC di Reumatologia della AOUI di Verona. “La sua disponibilità come biosimilare contribuisce anzitutto in modo importante alla sostenibilità della spesa farmaceutica, generando risparmi che ampliano le possibilità di accesso alle cure per un maggior numero di pazienti. Consente inoltre di ovviare ai problemi di approvvigionamento verificatisi in passato, oltre a rappresentare un’opportunità terapeutica in più specie in quelle Regioni che dispongono l’uso del biosimilare come farmaco di prima scelta.”

“Tocilizumab è un anticorpo monoclonale ricombinante umanizzato che si lega in modo selettivo ai recettori dell’IL-6 della quale inibisce l’attività infiammatoria causa del danno articolare”, afferma il prof. Pierluigi Navarra, ordinario di Farmacologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. “L’ampia esperienza clinica su questo farmaco ne conferma l’efficacia e l’importante profilo di sicurezza a breve e a lungo termine, oltre a farne una valida opportunità di trattamento, con somministrazione sottocutanea a frequenza settimanale, sia in monoterapia che in abbinamento con metotrexato. Un’opzione terapeutica caratterizzata da un positivo rapporto costo/efficacia in quanto ora disponibile come biosimilare.”