L’arrivo dell’autunno apre le porte alla stagione del virus respiratorio sinciziale RSV, un virus molto comune che infetta almeno 1 volta quasi tutti i bambini entro i 2 anni di età e rappresenta la prima causa di bronchiolite e polmonite nel 1° anno di vita. Un virus ancora poco noto alle famiglie, se si considera che metà dei genitori afferma di non conoscerlo. In occasione della RSV Awareness Week 2023, organizzata dalla European Foundation for the Care of Newborn Infants, torna la campagna di Sanofi Together Against RSV che si propone di fornire informazioni utili alle famiglie, per consentire loro di affrontare in modo corretto il virus respiratorio sinciziale nei più piccoli. L’iniziativa – patrocinata da Società Italiana di Pediatria SIP, Società Italiana di Neonatologia SIN, Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica SItI, e quest’anno anche da Federazione Italiana Medici Pediatri FIMP – è stata realizzata in collaborazione con il network FattoreMamma.
La campagna si propone di informare in modo scientificamente autorevole un ampio pubblico di famiglie e neogenitori, coinvolgendo tanti interlocutori con l’obiettivo di proteggere i più piccoli. Parallelamente, negli ultimi mesi è cresciuta nella comunità della sanità pubblica la consapevolezza rispetto alla necessità di un nuovo approccio alla prevenzione dell’RSV che preveda un concetto più allargato di immunizzazione, contemplando anche gli anticorpi monoclonali, al fine di portare non solo a una riduzione di complicazioni cliniche importanti ma anche a vantaggi in termini economici e di equità di accesso alla prevenzione a livello territoriale, alleviando il carico fisico ed emotivo che l’RSV rappresenta ancora oggi per le famiglie. Il nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023-2025, recentemente approvato, ha previsto l’inclusione di soluzioni innovative, come gli anticorpi monoclonali, quali strumento di profilassi.
“L’RSV rappresenta la principale causa di infezioni respiratorie e la seconda causa di morte entro il primo anno di età dei bambini”, dichiara Luigi Orfeo, presidente SIN. “Può avere inoltre un impatto a lungo termine e infatti i bambini che risultano affetti da bronchiolite da RSV nei primi mesi di vita hanno un rischio più alto di sviluppare asma nel corso dell’infanzia. È importante aumentare la consapevolezza dei neogenitori così che possano conoscere i comportamenti da adottare per prevenirlo e riconoscere presto i sintomi, in modo che sappiano quando può diventare necessario chiedere assistenza medica. I neonatologi sono già pronti ad accompagnare tutti i neonati e i loro genitori in questo percorso di consapevolezza e prevenzione dell’RSV fin dalla nascita.”
In Italia, nell’ultima stagione 2022-2023, più del 50% delle sindromi simil-influenzali nei bambini di età inferiore ai 2 anni è stato causato da RSV. Inoltre, nelle ultime stagioni di RSV si è registrato un tasso ancora più elevato anche per i ricoveri pediatrici causati dal virus, rispetto agli anni di pandemia o pre-pandemia. In particolare, nel 2021 il 73,5% delle ospedalizzazioni per bronchiolite erano causate da RSV e la maggior parte degli ospedali (64%) ha dovuto aumentare i posti letto per trovare spazio ai tanti casi inattesi di bronchiolite da RSV. La stagione dell’RSV va solitamente di pari passo con la stagione influenzale. E così anche in Italia, dove la circolazione dell’RSV inizia solitamente tra ottobre-novembre, se ne registra il picco tra dicembre-febbraio; si conclude poi tra marzo-aprile, per una durata complessiva che è solitamente di circa 5 mesi.
“L’RSV si trasmette attraverso tosse, starnuti, contatto fisico con persone o superfici”, afferma Annamaria Staiano, presidente SIP. “Per evitare che si diffonda è quindi necessaria l’adozione di precauzioni quali l’utilizzo di fazzoletti monouso, il lavaggio frequente delle mani, l’uso della mascherina se raffreddati e l’evitare contatti con altri bambini o adulti che presentano sintomi da raffreddamento.”
Parallelamente alle campagne di informazione come Together Against RSV, sono proprio i Pediatri a svolgere un ruolo di prima linea per aumentare la conoscenza e la consapevolezza tra i neogenitori nei confronti di questo virus, oltre a essere un punto di riferimento nella gestione della malattia. “Noi Pediatri di libera scelta ci impegniamo con passione e costanza nell’educazione sanitaria delle famiglie e nel loro accompagnamento lungo tutto il percorso di crescita dei figli”, dichiara Antonio D’Avino, presidente FIMP. “Data l’ancora scarsa conoscenza del RSV, è utile che i genitori dei bambini più piccoli sappiano come riconoscere questa malattia e che, alla comparsa dei primi sintomi, siano consapevoli della necessità di fare subito una visita pediatrica.”
“La lotta contro l’RSV deve quindi essere considerata un lavoro di squadra: Pediatri, operatori sanitari sul territorio, Aziende, devono tutti contribuire nel fare informazione tra le famiglie, e non solo, attraverso delle strategie di comunicazione efficace ma al tempo stesso autorevole”, commenta Roberta Siliquini, presidente SItI. “Importante è il coinvolgimento dei Centri vaccinali e le strutture di Sanità pubblica dove i neogenitori si recano per le prime vaccinazioni, necessarie ai loro piccoli, soprattutto nei primi mesi di vita.”
“Oltre alle attività di sensibilizzazione, il nostro impegno è costante su più fronti”, conclude Mario Merlo, general manager Sanofi Vaccini Italia. “I nostri investimenti in ricerca e sviluppo ci permetteranno di mettere presto a disposizione anche in Italia una soluzione concreta ad un bisogno di sanità pubblica per cui finora non esisteva risposta. Parallelamente, la costante collaborazione con tutti gli attori del mondo sanitario e le Istituzioni, intende realizzare un cambio di paradigma nella prevenzione, creando le condizioni necessarie per favorire l’accesso sul territorio di nuove strategie di immunizzazione come gli anticorpi monoclonali. Questo andrà a beneficio della salute di tutti i bambini nel loro 1° anno di vita.”