Le donne e gli uomini italiani dimostrano una discreta consapevolezza rispetto ai temi concernenti la salute del seno. Tuttavia, c’è ancora spazio per sensibilizzare quella parte della popolazione che per diverse ragioni non è stata ancora raggiunta da una adeguata comunicazione. Non mancano zone d’ombra tanto che le pazienti e i pazienti che convivono con un tumore della mammella rivendicano maggiori spiegazioni al momento di ricevere la diagnosi, la presenza di un team multidisciplinare per un approccio integrato che consenta la presa in carico globale della persona, il supporto psicologico, più tempo per i colloqui con i Medici curanti, facilitazioni dei percorsi per effettuare i controlli e maggiori informazioni sulla malattia e sui centri di riferimento dotati di Unità senologiche. Soddisfacente l’adesione allo screening mammografico offerto gratuitamente dal Ssn e all’autopalpazione delle mammelle. Molto resta da fare, invece, per rendere accessibili a tutti i pazienti i test genetici, che al momento sono offerti a meno di 1 paziente su 2. È quanto emerge dall’indagine conoscitiva sul tumore della mammella condotta nell’ambito dell’iniziativa In Contatto, promossa dalle 45 Associazioni del Gruppo La Salute: un Bene da Difendere, un Diritto da Promuovere, che ha indagato le esperienze e le esigenze delle pazienti e dei pazienti durante il percorso di cura per portare all’attenzione delle Istituzioni eventuali disagi, bisogni non soddisfatti e proposte per trovare soluzioni adeguate. I dati dell’indagine sono stati presentati ieri durante una diretta Facebook, un nuovo appuntamento di una serie di incontri sul web nell’ambito dell’iniziativa In Contatto, che ha avuto come focus proprio i tumori della mammella. A commentare i dati dell’indagine conoscitiva condotta sulle pazienti e sui pazienti nei mesi precedenti e a rispondere alle domande del pubblico collegato sono state: Mariangela Fantin, presidente Associazione Nazionale Donne Operate al Seno A.N.D.O.S. Udine; Nicla La Verde, direttore UOC di Oncologia, ASST Fatebenefratelli Sacco PO Luigi Sacco di Milano; Annamaria Mancuso, presidente Salute Donna ODV e coordinatrice del Gruppo Facebook; Marina Morbiducci, patient advocate Fondazione IncontraDonna.
“Il Gruppo La Salute: un Bene da Difendere, un Diritto da Promuovere è un progetto di advocacy nato con l’intento di affiancare e supportare i pazienti affetti da tumore lungo il percorso di cura. La nostra missione – dichiara Mancuso – è non lasciarli mai soli e tutelarne i diritti sul piano assistenziale e lavorativo. Sono decine di migliaia ogni anno le persone cui viene diagnosticato un tumore della mammella, in maggioranza donne sovente in età ancora produttiva e sono in aumento i casi giovanili. L’indagine, realizzata con l’adesione al questionario online di un elevato numero di rispondenti, mette in luce un aspetto molto importante, vale a dire che sul nostro territorio nazionale la presa in carico e l’assistenza di questi pazienti è decisamente buona, di alta qualità e ampiamente diffusa a livello regionale. Tant’è vero – continua – che metà del campione è stato preso in carico da una Breast Unit e 1/3 da un Reparto oncologico. Un altro dato significativo è la consapevolezza della popolazione rispetto al tumore mammario e l’adesione regolare ai programmi di prevenzione secondaria (screening mammografico). Certo, le criticità su cui lavorare non mancano: bisogna ampliare l’offerta dei test genetici e ampliare lo screening ad altre fasce d’età specie per i soggetti giovani con storia famigliare e a maggiore rischio. E poi – afferma – bisogna pensare a potenziare le strutture, migliorare l’organizzazione, i percorsi per i controlli, allungare i tempi di incontro medico-paziente, il sostegno psicologico e rivolgere maggiore attenzione alla quotidianità dei pazienti con uno sguardo alla riabilitazione e ai postumi dell’intervento chirurgico. Ancora una volta – conclude – il nostro Gruppo si impegna attraverso un costante dialogo a far arrivare ai decisori politici nazionali e locali proposte per soluzioni fattibili che tengano conto in primis dei bisogni dei malati.”