L’urologo è lo specialista che si occupa del tumore della prostata. Decide quando e se operarlo, sceglie la tecnica (a cielo aperto, laparoscopica o robotica), tratta eventuali complicanze come l’impotenza o l’incontinenza (molto rara) ma non può prescrivere alcuni dei più importanti farmaci come l’Abiraterone e/o l’Enzalutamide in caso di progressione della malattia e quindi quando aumenta il PSA. Questo almeno nella maggioranza delle regioni Italiane, dove per la prescrizione (si tratta di compresse) è necessario rivolgersi all’oncologo. Dopo anni di lamentele e segnalazioni da parte degli urologi, sembra che una delle società scientifiche di rappresentanza, la SIU (Società Italiana di Urologia) abbia finalmente deciso di risolvere queste criticità.
“Esiste ad oggi – dice il direttore generale della SIU, prof. Walter Artibani – una importante variabilità tra Regione e Regione nella possibilità di prescrivere i due farmaci da parte dello specialista urologo, non autorizzato a farlo in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Marche, Umbria e nella Provincia autonoma di Trento. Una circostanza incomprensibile, visto che il carcinoma prostatico è una patologia tradizionalmente gestita dall’urologo, a cui si rivolge la quasi totalità dei pazienti e primo riferimento per la terapia medica di questa patologia. Si tratta certamente di un ‘divieto’ che ha una grave ripercussione sulla salute dei nostri pazienti, oltre naturalmente a rappresentare una inaccettabile diminutio per la nostra professione. Abbiamo quindi pianificato l’avvio di una interlocuzione con le Regioni interessate e con alcuni parlamentari che per professionalità e storia politica possono avere il ‘peso specifico’ necessario a portare un contributo decisivo nella soluzione del problema”, spiega Artibani. “Abbiamo inoltre richiesto un incontro al neo ministro della Salute, Giulia Grillo, per illustrarle anche le attività svolte dalla nostra Società e proseguire nel cammino intrapreso con l’Onorevole Beatrice Lorenzin sulla salute maschile.”
Ma in Liguria, e anche in molte altre regioni italiane – e questo domani lo segnaleremo in forma completa alla SIU e quindi al suo segretario generale – esiste una situazione ancora più paradossale: tra due asl della stessa città ci sono delle differenze, sempre per quanto riguarda la possibilità di prescrizione di questi due farmaci. Per esempio, a Genova gli urologi del Policlinico San Martino, l’ospedale più grande della città, non possono prescrivere nessuno dei due farmaci mentre, per esempio, quelli dell’ospedale di Sampierdarena, a Ponente della città, possono prescrivere almeno l’Abiraterone. Forse il potere di alcune lobby ?… No, solo di alcuni oncologi.