“L’urologo ha un ruolo cruciale: nella grande maggioranza dei casi è la prima figura specialistica che incontra il paziente”, dichiara Walter Artibani, segretario generale SIU. “Colpisce quasi 14mila italiani ogni anno e la diagnosi è spesso tardiva perché è un male che resta in oltre la metà dei casi silente per gran parte del suo decorso: è il cancro del rene, per guarire dal quale la diagnosi precoce è essenziale. Occhio quindi ai sintomi sentinella più comuni: disturbi della minzione, presenza di sangue nell’urine, dolore localizzato nella zona lombare.”
I dati sono stati resi noti dalla Società Italiana di Urologia in occasione della Giornata Mondiale del Tumore del Rene, organizzata lo scorso 17 giugno dall’International Kidney Cancer Coalition. “Si tratta di una neoplasia che spesso resta silente per la maggior parte del suo corso, si individua in modo occasionale in oltre la metà dei casi e nel 25-30% delle volte si manifesta già in fase avanzata”, spiega Artibani. “Eppure oltre il 50% dei pazienti guarisce, se diagnosticato in fase precoce. Di qui il ruolo cruciale dell’urologo, che nella grande maggioranza dei casi è la prima figura specialistica che incontra il paziente, nelle periodiche visite di controllo in caso di disturbi della minzione oppure dolore renale causato da calcoli.” A oggi, infatti, la maggior parte dei tumori del rene si individua soprattutto grazie a un’ecografia addominale prescritta per altri motivi, spessissimo proprio dall’urologo, per esempio per la possibile presenza di calcoli a margine di una colica renale.”