I tumori delle ghiandole salivari rappresentano una sfida importante per l’oncologia perché sono aggressivi, resistono alle radioterapia tradizionale e, spesso, per la loro vicinanza a tessuti sensibili, non possono essere asportati completamente con gli interventi chirurgici. Emerge quindi la necessità di una stretta collaborazione tra chirurghi, radioterapisti e oncologi per individuare le soluzioni terapeutiche più efficaci. Le ghiandole salivari maggiori sono presenti in coppia e comprendono la parotide, la ghiandola sottomandibolare e la ghiandola sottolinguale; quelle minori sono invece numerose e situate in diverse aree del volto, tra le quali il naso e i seni paranasali.
Il tumore delle ghiandole salivari è piuttosto raro e rappresenta meno dell’1% di tutti i tumori umani e il 2% circa dei tumori della testa e del collo. Secondo le stime più recenti, ogni anno in Italia se ne diagnostica 1 nuovo caso ogni 100mila maschi e meno di 1 (più precisamente 0,7) ogni 100mila femmine. Può insorgere a qualunque età, ma generalmente si sviluppa dopo i 60 anni, anche se la diagnosi nei soggetti under40 non è infrequente. Colpisce uomini e donne senza differenze sostanziali, fatta eccezione per un lieve aumento dell’incidenza negli uomini in età più avanzata.
Alcune esposizioni professionali (che si verificano cioè sul luogo di lavoro) potrebbero aumentare il rischio: maggiormente indiziate sono le polveri di metalli (leghe di nichel) o di minerali (silicio) e le sostanze radioattive. Altri probabili fattori di rischio sono un precedente tumore benigno sempre nella stessa area e il tipo di alimentazione, una dieta particolarmente povera di vitamine A e C (presenti soprattutto in frutta e verdura fresche) sembra associata a un’incidenza più elevata della malattia.
I sintomi dei tumori delle ghiandole salivari si manifestano soprattutto nella regione della testa e del collo e possono presentarsi con una massa o dolore al volto, al collo o alla bocca, difficoltà a inghiottire o asimmetrie visibili e mai notate in precedenza in forma, dimensioni e forza muscolare tra i due lati di volto, collo, bocca. Da tenere sotto controllo anche le ostruzioni o i sanguinamenti del naso e il senso di intorpidimento a livello del volto. Sono segni e sintomi che non necessariamente indicano la presenza di un tumore, ma che meritano comunque attenzione e un parere medico. L’esame delle ghiandole salivari da parte del medico permette di scoprire noduli o eventuali masse di nuova formazione che, in alcuni casi, possono far sospettare un problema di tipo oncologico. La presenza di un nodulo non è infatti sufficiente a formulare una diagnosi certa. Tra gli esami più utilizzati per diagnosticare un tumore alle ghiandole salivari sono particolarmente importanti l’ecografia, la radiografia, la TC (tomografia computerizzata) e la risonanza magnetica. Infine, per determinare il tipo di tumore, si procede con la biopsia.
Occasione per fare il punto sul tema sarà il convegno organizzato da CNAO, Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica, in collaborazione con AIOCC, Associazione Italiana Oncologia Cervico Cefalica, dal titolo “Updates nella Diagnostica e Trattamento delle Neoplasie delle Ghiandole Salivari: l’Importanza dell’Approccio Multidisciplinare”, che si svolgerà a Pavia il prossimo 5 aprile.