Si chiama crioterapia di terza generazione e consente di bloccare il tumore del rene e della prostata congelando il tumore presente all’interno di questi due organi. Naturalmente questa è la prima fase e la temperatura viene poi riportata a condizioni normali. Per la procedura si utilizzano due gas differenti: l’argon abbassa la temperatura a -40°C; l’elio serve invece per scongelare. Il trattamento è in grado di uccidere le cellule della prostata e del rene, consentendo di ottenere la guarigione esattamente come la rimozione chirurgica, ma non prevede operazioni impegnative né lunghe degenze ospedaliere. I ricercatori del prestigioso Johns Hopkins Hospital di Baltimora, dopo una discreta esperienza, indicarono la “cura del freddo” come trattamento “sicuro e mini-invasivo poiché non comporta un intervento chirurgico”, efficace al 100% contro tutte le neoplasie inferiori ai 4cm per quanto riguarda il rene e per i tumori confinati alla prostata e associato un ricovero più breve.
“La crioterapia percutanea ottiene gli stessi risultati della chirurgia laparoscopica, finora considerata il gold standard – la scelta principale – per i tumori renali”, affermano i radiologi interventisti. In pratica, la nuova tecnica consiste nell’inserire un particolare ago attraverso la pelle direttamente fin dentro il tumore. Nel fare ciò, il radiologo è guidato dalle immagini della tomografia e il paziente è soltanto sedato (quindi sottoposto a una anestesia blanda e non totale, come avviene per l’intervento chirurgico). L’ago viene riempito con gas argon che crea una sorta di “bolla di ghiaccio” che congela la lesione cancerosa. Poi si procede con l’elio, per scioglierla, e infine di nuovo con argon. A questo punta si sfila l’ago e si applica un bendaggio per proteggere l’area dov’è stata fatta la puntura. Le cellule e i vasi del tumore moriranno e verranno quindi riassorbiti con il tempo.
In Italia, in presenza di carcinomi renali di piccole dimensioni, l’indicazione è eseguire una resezione renale con conservazione della parte di rene sano. Si tratta di un intervento che può essere eseguito per via laparoscopica o robotica, cioè attraverso alcune piccole incisioni di meno di 1cm ciascuna, meno invasivo della chirurgia tradizionale a cielo aperto, che comporta un’ampia incisione sull’addome, ma certamente più invasivo della critoterapia.
Nei prossimi giorni pubblicheremo l’elenco dei centri italiani dove attualmente viene praticata la crioterapia.
AGGIORNAMENTO: elenco centri