“Le nazioni insulari del Pacifico sono collettivamente responsabili di meno di 1/10 dell’1% delle emissioni di gas serra che stanno riscaldando il nostro pianeta. Eppure questi Paesi e i loro bambini, anche a Vanuatu e nelle Fiji in cui sono stata in missione questa settimana, sono in prima linea nella crisi climatica”, dichiara Catherine Russell, direttore Generale dell’Unicef. “A Vanuatu ho incontrato la 15enne Camilla, una dei tanti giovani che, nel Pacifico e nel mondo, stanno agendo per proteggere il loro futuro dall’innalzamento del livello del mare, da tempeste più forti e frequenti e da temperature più elevate: ‘Il nostro viaggio è come prendere una canoa’, mi ha detto. ‘Vogliamo che tutti salgano a bordo.’ Ma sa che oggi non tutti sono a bordo. Il mondo – e i leader mondiali in particolare – devono ascoltare e intensificare gli sforzi globali per ridurre significativamente le emissioni, mitigare i rischi e costruire la resilienza di cui le comunità hanno così disperatamente bisogno.”
“A Nguna, una delle tante isole di Vanuatu, ho incontrato una preside di nome Rossie che mi ha mostrato la scuola distrutta in cui insegnava fino a quando è stata spazzata via da 2 cicloni consecutivi nel marzo 2023”, prosegue Russell. “Una nuova scuola è quasi terminata, costruita più all’interno e con una struttura più solida. Ma Rossie, 36 anni, che vive sull’isola da sempre, mi ha detto che il cambiamento climatico sta già sconvolgendo le vite qui: ‘Incide su tutto’, ha detto, spiegando che l’innalzamento delle acque marine e il cambiamento dei modelli meteorologici stanno uccidendo le colture. ‘Alcuni studenti non hanno cibo. Prima avevamo tutti abbastanza da mangiare’, ha detto. I rischi climatici stanno costringendo alcuni bambini di Vanuatu a spostarsi a causa di tempeste più frequenti e intense, mentre il riscaldamento degli oceani sta erodendo le barriere coralline e gli stock ittici, danneggiando i mezzi di sussistenza e la coltura. Un’intera generazione di persone che vivono a Vanuatu e in altre nazioni del Pacifico sta guardando alla possibilità molto concreta di essere costretta a lasciare le proprie case.”
“Nelle Fiji la situazione è più o meno la stessa”, continua Russell. “I funzionari e i giovani con cui ho parlato hanno espresso le stesse preoccupazioni per le conseguenze che la crisi climatica avrà sulle loro vite, soprattutto perché amplifica altri problemi come la povertà e gli altissimi livelli di violenza contro i bambini. Tutti gli oltre 1,2milioni di bambini del Pacifico sono colpiti dalla crisi climatica, che incide sulla salute, sul benessere e sulla stessa sopravvivenza dei bambini. Con gli obiettivi di riduzione delle emissioni per frenare il riscaldamento globale totalmente fuori strada e i finanziamenti per la riduzione del rischio di calamità e l’adattamento tristemente carenti, il loro futuro dipende in gran parte dai responsabili delle decisioni nei Paesi più grandi e ricchi, che continuano a tergiversare.”
“In risposta, l’Unicef chiede a tutti i Paesi di impegnarsi a proteggere meglio i bambini nei loro piani d’azione nazionali per il clima e di investire le risorse necessarie per trasformare questi piani in realtà. Ma, francamente, gli attuali impegni sul clima stanno fallendo con i bambini”, dichiara Russell. “Falliscono perché non affrontano gli impatti unici e sproporzionati del cambiamento climatico sui bambini”, afferma. “Non rafforzano adeguatamente i servizi su cui i bambini fanno affidamento, come la salute, l’istruzione, la giustizia e i sistemi alimentari. Non tengono conto dei diritti e del ruolo di tutti i bambini e i giovani come soggetti interessati e promotori del cambiamento. Abbiamo bisogno di passi più coraggiosi e innovativi.”
“Nel Pacifico, l’Unicef ha messo in campo una soluzione finanziaria innovativa con l’iniziativa Today and Tomorrow, il primo meccanismo integrato al mondo di finanziamento dei rischi climatici e di calamità specificamente rivolto e pensato per i bambini. Today and Tomorrow ci permette di proteggere fino a 14milioni di bambini e famiglie dai cicloni tropicali in 8 Paesi per 3 anni, tra cui le Fiji, Vanuatu e le Isole Salomone. Dall’inizio del progetto pilota sono stati erogati oltre 4,5milioni di dollari in rimborsi assicurativi parametrici, tra cui oltre 380mila dollari in rimborsi causati da 6 cicloni nei 3 Paesi insulari del Pacifico. È ora che i responsabili delle decisioni si impegnino pienamente ad agire e ad aumentare radicalmente i finanziamenti per il clima adatti ai bambini. I Governi possono lasciare la migliore eredità possibile investendo in un’azione climatica coraggiosa e incentrata sui bambini, di cui i bambini e le generazioni future hanno disperatamente bisogno. Come ha ricordato Camilla: ‘Non è troppo tardi. Abbiamo solo bisogno che il mondo salga a bordo’.”