
Il pap-test su striscio convenzionale, che rappresentano la metodica di analisi tradizionale per l’individuazione di cellule anomale del collo dell’utero, potrebbe presto essere sostituito. Le indicazioni di diversi sistemi sanitari, tra cui il National Institute for Health and Excellence NICE del Regno Unito, inseriscono il pap-test in fase liquida come metodica di analisi privilegiata e più sicura per lo screening della cervice uterina. Il pap-test, o test di Papanicolaou, viene infatti eseguito sulla popolazione femminile con l’obiettivo di individuare precocemente la presenza di lesioni pre-tumorali o di tumori in fase iniziale della cervice uterina. Diversi i vantaggi rispetto al test tradizionale: si esegue con la medesima procedura, ma cambia la modalità di fissazione, eseguita immergendo le cellule prelevate dal collo dell’utero in una fiala contenente un’apposita soluzione. Il liquido viene poi filtrato e le cellule trasferite in un sottile strato sul vetrino, consentendo al materiale di essere meglio distribuito per l’osservazione al microscopio. Un altro vantaggio è rappresentato dalla possibilità di eseguire, oltre all’analisi morfologica, anche l’analisi molecolare con un solo campione: ciò permette di capire immediatamente se la lesione derivi da un’infezione da Papilloma virus (HPV), e nel caso di identificarne il ceppo. Grazie alla procedura è dunque possibile conoscere il rischio oncologico – basso, medio o alto – consentendo una previsione del comportamento che l’infezione avrà in termini di aggressività e nel tempo, sostenendo attivamente le scelte mediche di trattamento.
“Il pap-test in fase liquida rappresenta il miglior strumento per una buona diagnostica citologica”, dichiara il dott. Pier Paolo Lecci, responsabile scientifico e coordinatore Refertazione di Citologia Synlab Italia. “Tra i vantaggi, oltre a quelli derivanti da una maggiore specificità e sensibilità rispetto al pap-test tradizionale e una significativa riduzione dei prelievi inadeguati, troviamo anche la possibilità di eseguire immediatamente l’analisi molecolare di un’eventuale lesione pre-cancerosa. Questo significa che, in caso di riscontro di atipie citologiche, non è necessario eseguire ulteriori prelievi per l’analisi molecolare, che richiedono tempo e mettono la paziente in una condizione di ulteriore ansia in attesa dell’esito finale.”
Ogni anno si verificano in Italia circa 2.500 nuovi casi di carcinoma della cervice uterina e 500 decessi. In particolare, è stato dimostrato che il 95% di questi tumori è causato da HPV e che la percentuale di donne attive sessualmente che si infettano nel corso della vita con HPV arriva fino all’80%. Inoltre, gli ultimi dati indicano che la percentuale di adolescenti che a 15 anni dichiara di avere avuto rapporti sessuali è cresciuta dal 20% al 51% tra le femmine, e dal 28% al 57% tra i maschi. “A fronte dei dati relativi all’infezione da HPV e delle sue conseguenze, uniti all’aumento del rischio di trasmissione sessuale dell’infezione in età sempre più precoce, è assolutamente necessario proporre alla popolazione femminile di poter eseguire il test più avanzato disponibile”, afferma Maurizio Ferrari, chief medical officer Synlab Italia. “La scelta di Synlab di offrire solo il pap-test in fase liquida dipende anche da queste valutazioni e risponde alla volontà di garantire la disponibilità di piattaforme di analisi sempre più sicure e avanzate, a favore sia dei pazienti, per offrire loro una tempestiva diagnosi, e dei medici, per una maggiore precisione diagnostica.”