
La vareniclina, un farmaco messo a punto per smettere di fumare, potrebbe curare malattie come l’epilessia e anche il dolore. Mentre la prima funzione, ovvero quella del fumo, è stata già sperimentata su gli essere umani con ottimi risultati; le altre due, epilessia e dolore, sono in fase sperimentale, e quindi a livello di laboratorio, ma con ottimi riscontri. Il sistema, messo a punto da Scott Sternson, del Janelia Research Campus dell’Howard Hughes Medical Institute e basato su tecniche di chemogenetica (ossia la selezione computerizzata di molecole, collegate poi dagli studiosi a marcatori biologici), sta già aiutando i ricercatori a districare i circuiti cerebrali nei topi e nei primati. Un giorno, come riportato dalla rivista Science, potrebbe consentire trattamenti più mirati negli esseri umani. Il sistema di Sternson impiega un farmaco, la vareniclina, che penetra nel cervello ed è già approvato negli esseri umani, appunto, per liberarli dal tabagismo, e interagisce con le proteine del canale ionico, che influenzano direttamente l’attività dei neuroni. Secondo i ricercatori, grazie a questo meccanismo, i pazienti con epilessia grave potranno un giorno beneficiare di medicinali che prendendo di mira solo i neuroni in una determinata zona cerebrale offriranno loro una soluzione non invasiva. Sternson prevede anche futuri trattamenti per il dolore che inviano la molecola solo a all’area “ferita”, piuttosto che a tutto il corpo. Insomma un’evoluzione nel trattamento che, se efficace, consentirà di ridurre la dipendenza dagli antidolorifici.