Secondo alcuni ricercatori americani, alterazioni vascolari della retina potrebbero predire la malattia dell’Alzheimer quando le persone si trovano ancora cognitivamente sane e con malattia di Alzheimer in fase pre-clinica. Per giungere a queste conclusioni gli studiosi hanno puntato l’attenzione sui cambiamenti vascolari della retina valutandoli con la tomografia a coerenza ottica-angiografica (Octa).
In tutto sono state arruolate 14 persone cognitivamente normali con un Ad pre-clinico e 16 persone normali per il gruppo di controllo. L’analisi dei dati ha evidenziato che la media dell’area avascolare foveale delle 27 persone che hanno completato la scansione Pet per l’Ad pre-clinico era significativamente maggiore in chi ha ricevuto un risultato positivo. I pazienti con un Csf – un biomarcatore usato per l’Alzheimer – coerente con l’Ad pre-clinico o con una Pet positiva avevano la fovea più sottile e l’area avascolare foveale più grande rispetto a chi aveva ricevuto un risultato negativo. Per il prof. Van Stavern, autore dello studio, la ricerca è di estrema importanza in quanto “la variazione nella microvascolarizzazione retinica è un aspetto mai dimostrato prima, certamente non nella fase pre-clinica della malattia; e questo è probabilmente il risultato più sorprendente”. Lo studio è stato pubblicato su JAMA Ophthalmology 2018.