
L’interconnessione sempre più stretta tra persone, animali ed ecosistema è alla base del concetto di One Health, una visione olistica fondata sul riconoscimento di un valore, ovvero che la salute umana, la salute animale e dell’ambiente sono legate indissolubilmente in una triade circolare. Solo prendendone piena coscienza la salute di tutti potrà essere protetta e preservata per le generazioni attuali e future. Per questo esperti di Medicina veterinaria e umana e rappresentanti delle Istituzioni hanno incontrato nei giorni scorsi a Roma i giornalisti nel corso di formazione professionale continua Non Solo Virus e Batteri: la Sfida ai Parassiti e il Rischio Zoonosi, quarto appuntamento del progetto Be Informed – Accademia di Formazione per i Giornalisti di Boehringer Ingelheim, promosso dal Master SGP della Sapienza Università di Roma in collaborazione con l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italianai ANMVI e la Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani FNOVI . “Il 50% dei medici veterinari italiani continua a registrare una crescente attenzione per la salute degli animali da compagnia”, dichiara Marco Melosi, presidente ANMVI. “La forma di prevenzione sanitaria alla quale i proprietari fanno in assoluto più attenzione è la vaccinazione. Infatti, il 71% dei medici veterinari interpellati da ANMVI nell’ultima indagine condotta a maggio di quest’anno indica nelle profilassi vaccinali il più alto tasso di compliance, a dimostrazione di come le vaccinazioni rappresentino un pilastro della sanità pubblica globale. I proprietari (56%) sono molto attenti alle protezioni antiparassitarie che vanno ripetute durante tutto l’anno a causa dei cambiamenti climatici. I proprietari sono anche edotti sulla leishmaniosi trasmessa dal pappatacio (detto anche flebotomo) infetto. I proprietari (36%) sono più attenti, secondo l’indagine, ai controlli dopo una malattia dell’animale da compagnia che alle visite ordinarie rispettate solo dal 22%. La raccomandazione è invece di non dimenticare visite e cure programmate. Le zoonosi di cui le parassitosi fanno parte – continua – si prevengono infine rispettando alcune basilari norme generali di igiene e il controllo periodico della salute dell’animale come il lavaggio delle mani e la pulizia degli ambienti, delle lettiere e delle cucce dove l’animale vive abitualmente.”
Ma il problema non si esaurisce con gli animali da compagnia. Secondo il rapporto UNEP, 56 zoonosi sono responsabili di 2,5miliardi di casi di malattie umane e di 2,7milioni di decessi per anno. Le attività legate alla produzione alimentare, che richiede una estensione della superficie coltivabile in aree prima non antropizzate, sono direttamente collegate all’aumento dei contatti tra uomo e specie selvatiche e ad una accresciuta probabilità che si verifichino spillover (salti di specie). L’unico modo per arginare spillover e zoonosi è la prevenzione attuata in modo corretto negli allevamenti e l’impiego razionale dei farmaci veterinari, in particolare degli antibiotici, per contrastare fenomeni di resistenza dei patogeni. “Le zoonosi sono malattie causate da agenti trasmessi per via diretta o indiretta, dagli animali all’uomo, che costituiscono un pericolo per la salute umana e animale, con notevoli conseguenze anche a livello sociale ed economico”, dichiara Daniela Mulas, vicepresidente FNOVI. “Il 75% delle malattie umane fino ad oggi conosciute deriva da animali e il 60% delle malattie emergenti sono state trasmesse da animali selvatici. Le vie di trasmissione degli agenti zoonotici all’uomo sono molteplici e tra queste vi sono il contatto diretto di un ospite suscettibile con un animale infetto. La biosicurezza è uno dei principali strumenti di prevenzione a disposizione degli operatori e di quanti lavorano con gli animali, per prevenire l’introduzione, lo sviluppo e la diffusione di malattie animali trasmissibili da e all’interno di una popolazione animale. Per contrastare efficacemente le zoonosi occorre considerare che la loro diffusione è sempre più oggi strettamente correlata alle alterazioni ambientali, ai cambiamenti climatici e degli stili di vita. Per questo motivo è oggi di fondamentale importanza nella lotta alle zoonosi adottare un approccio multidisciplinare e multisettoriale, capace di coinvolgere in un’ottica di salute unica non solo medici umani e medici veterinari ma anche altre figure professionali che possano contribuire alla attività di prevenzione.”