Il ruolo delle terapie integrate nei tumori del sangue

Attualmente in Italia i pazienti che convivono con un tumore del sangue sono oltre 300mila: 67mila pazienti con un linfoma di Hodgkin; 156mila con un linfoma non-Hodgkin e circa 85mila con leucemia. Diventa quindi imprescindibile migliorare la loro qualità di vita e il loro benessere psico-fisico durante tutto il percorso di cura e questo si può ottenere anche con l’inserimento dell’attività fisica come trattamento non farmacologico complementare. Una regolare attività fisica, controllata dal proprio medico oncologo e preceduta da una riabilitazione adeguata, incrementa la capacità aerobica, aumenta la resistenza e la forza fisica, il senso di benessere e l’autostima ed è in grado di contrastare alcuni degli effetti collaterali associati al tumore e ai trattamenti. Questo il tema principale del webtalk dal titolo Il Ruolo delle Terapie Integrate nei Tumori del Sangue, disponibile online su oncowellness.it, che vede la partecipazione di Elisabetta Abruzzese, dirigente medico di Ematologia presso l’Ospedale Sant’Eugenio di Roma; Maria Christina Cox, medico Ematologo, dirigente medico I livello, Azienda Ospedaliera Sant’Andrea, Delegato AIL; Gabriella De Benedetta, dirigente Psicologo presso UOSC Ematologia dell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli e vice presidente Società Italiana di Psico-Oncologia SIPO; Isabella Springhetti, direttore Unità Operativa di Riabilitazione Specialistica, Sezioni Neuromotoria e Oncologica, ICS Maugeri Spa Società Benefit, IRCCS Pavia.

Il progetto Oncowellness è promosso da Pfizer, insieme a una coalizione di esperti che riunisce le competenze di specialisti dell’Oncologia, dell’Onco-ematologia, della Psico-oncologia, della Riabilitazione Oncologica, dell’Educazione Motoria e trainer certificati e con la collaborazione di AIL, Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mieloma; Europa Donna Italia; IncontraDonna Onlus; Susan G. Komen Italia; PaLiNUro, Pazienti Liberi da Neoplasie Uroteliali e WALCE, Women Against Lung Cancer in Europe. La piattaforma digitale contiene schede di allenamento e video-tutorial per aiutare i pazienti nel proprio percorso di cura, con un focus specifico su 4 tipologie di tumori: tumori genitourinari, tumore al seno, tumore del polmone e tumori del sangue.

I tumori del sangue, focus del secondo webtalk di Oncowellness, registrano 2.150 nuovi casi/anno di linfoma di Hodgkin; 13.200 nuovi casi/anno di linfoma non Hodgkin e 8mila nuovi casi/anno di leucemia. Diverse evidenze scientifiche, che iniziano a essere corpose anche per i pazienti con linfomi, leucemie acute e croniche, dimostrano come l’attività fisica può avere un ruolo rilevante durante il percorso di cura nel diminuire gli effetti collaterali delle terapie. “L’attività fisica sicuramente può avere un ruolo estremamente importante sia nella fase iniziale, in cui c’è la diagnosi, la comunicazione al paziente, e l’inizio delle terapie che spesso comportano effetti collaterali a breve e medio termine, che nella fase successiva, anche a distanza di 8-10 anni, quando purtroppo possono manifestarsi altri effetti collaterali”, dichiara Cox. “Parliamo della cardiotossicità, della neuropatia periferica, di disturbi psicologici ed emotivi che sono estremamente importanti in quanto la nostra salute e l’identità della persona è una, fisico e mente. L’esercizio fisico ha dimostrato, sia con studi randomizzati che prospettici e longitudinali, un ruolo importante per prevenire, mitigare e rendere meno gravi gli effetti potenzialmente tossici sui vari organi e apparati. L’esercizio fisico si sta dimostrando prezioso anche per la sindrome chiamata chemo-brain, che comprende difetti cognitivi che possono insorgere in pazienti che fanno alcuni tipi di chemioterapie.”