Euroflora 2025. “I fiori eduli… nello Spazio”

Alla XIII edizione di Euroflora, mostra internazionale di fiori e pienate ornamentali, in corso a Genova fino a oggi, domenica 04 maggio 2025, si è parlato di fiori eduli con il CREA Orticoltura e Florovivaismo, nell’ambito dei progetti europei Interreg Alcotra Antea ed Antes e del progetto Biofiori, di PSR Regione Liguria. Sono intervenuti Barbara Ruffoni e Andrea Copetta, del CREA; Silvia Parodi e Marco Ravera, di tastee.it; Angela Bisio, del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Genova; l’incontro è stato moderato dall’astronauta Franco Malerba. Grazie alla collaborazione con Space V, è possibile avvicinarsi a una vera e propria serra spaziale, allestita nel piano terra del Padiglione Blu, per osservare come crescono i fiori “buoni da mangiare”: la camera di crescita è progettata per le coltivazioni di piante nello spazio a fini di sperimentazione di biologia botanica e più ancora per produrre cibo fresco vegetale per una migliore dieta degli astronauti nei periodi di permanenza nelle stazioni spaziali e nei prossimi “villaggi lunari”; sarà anche possibile coltivare fiori commestibili, per produrre biomassa vegetale ad alto contenuto nutrizionale.

I fiori eduli non sono solo un ornamento impiegato da diversi chef per decorare le proprie preparazioni, ma contengono preziosi micronutrienti quali sali minerali e composti antiossidanti – come carotenoidi, antociani e vitamina C – che aiutano a ridurre lo stress ossidativo, cui gli astronauti sono particolarmente esposti; sono poveri di grassi e ideali quindi per completare una alimentazione equilibrata, anche nello spazio. Molte specie di fiori eduli hanno una crescita veloce e consentono quindi raccolte ravvicinate, un rapido turnover, adatto alle esigenze di una ipotetica dieta spaziale.

Tra le varietà riconosciute genericamente commestibili, il CREA, in collaborazione con l’Università di Genova, l’Università di Torino e l’Università di Pisa, ne ha studiate 50 delle più rappresentative, mettendo in evidenza tutte le caratteristiche che possono aiutare i coltivatori ad approcciarsi a questa produzione e i consumatori a orientarsi nell’utilizzo.

L’astronauta Scott Kelly, un recordman della permanenza prolungata nello spazio (più di 1 anno), tra i moltissimi compiti di bordo, si è occupato di una piccola serra sperimentale, in cui ha coltivato anche una piantina di Zinnia, di particolare interesse in quanto presenta un ciclo di sviluppo simile a quello del pomodoro. Vedendola stentare a crescere, Kelly decise di trasferirla nella cupola, il modulo-osservatorio, dove, esposta per qualche tempo ai raggi del sole, la Zinnia riuscì infine a fiorire.