La radioterapia di precisione consente di modulare il trattamento sulle caratteristiche radiologiche, biologiche e genomiche del tumore; i trattamenti stereotassici hanno una elevata azione ablativa e un rischio bassissimo di effetti collaterali; le tecniche “adattative” utilizzano combinazioni di TAC, risonanza magnetica e intelligenza artificiale che consentono di colpire in maniera millimetrica il bersaglio tumorale. Lo scenario si amplia di giorno in giorno, tanto che le centinaia di Radioterapisti – riuniti in occasione del XXXIII Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica AIRO, dal titolo Radioterapia Oncologica: l’Evoluzione al Servizio del Paziente, recentemente svoltosi a Bologna – sono stati chiamati ad affrontare i molteplici aspetti di questa specialità medica complessa e sfaccettata, che si inserisce in una presa in carico globale del paziente oncologico. “Molte persone ancora oggi ignorano la valenza curativa che la radioterapia ha in comune solo con la chirurgia; spesso è temuta e considerata dannosa, pericolosa, opinioni frutto di antichi retaggi e disinformazione, che oggi non trovano giustificazione o sostegno nella pratica clinica e negli studi scientifici”, dichiara Cinzia Iotti, presidente AIRO e direttore SC Radioterapia AUSL-IRCCS di Reggio Emilia. “Attualmente con la radioterapia di precisione abbiamo a disposizione una tecnologia che ci consente di produrre distribuzioni di dose che si adattano strettamente al bersaglio tumorale, preservando al massimo i tessuti sani adiacenti. Le macchine di cui disponiamo erogano la dose con una precisione millimetrica e sono dotate di sistemi di verifica che conferiscono al trattamento la massima accuratezza poiché permettono di valutare e correggere, ad ogni singola seduta, eventuali spostamenti del paziente o del volume bersaglio. In alcuni – continua – casi vengono messe in campo anche metodiche grazie alle quali è possibile irradiare il tumore solo durante alcune fasi dell’atto respiratorio, con l’obiettivo di proteggere al massimo gli organi sani vicini, in primis polmone e cuore. Queste ed altre tecnologie all’avanguardia hanno conferito alla radioterapia un livello di efficacia e sicurezza non raggiungibile fino a non molti anni fa.”
“Tra le innovazioni principali c’è la tecnica che noi chiamiamo ‘adattativa’, traduzione del termine inglese adaptive, che consente di adattare giorno per giorno il trattamento radioterapico alla conformazione anatomica del paziente e alla posizione esatta che il tumore ha in quel momento, oltre che alla posizione esatta che hanno le strutture sane intorno, che vogliamo risparmiare”, spiega Marco Krengli, docente di Radioterapia dell’Università di Padova, direttore UOC di Radioterapia Istituto Oncologico Veneto IRCCS di Padova, presidente eletto AIRO 2024-2025. “Questa tecnica è realizzata attraverso apparecchiature che combinano la TAC e la Risonanza magnetica nucleare, l’una o l’altra, all’acceleratore lineare. A questa tecnica si associa attualmente l’impiego dell’intelligenza artificiale, che consente di avere informazioni più precise e più veloci sull’anatomia interna del paziente e di ottimizzare il trattamento. Un filone che va sviluppandosi sempre di più, anche in Italia, è la radioterapia con particelle o particle therapy, che consiste nell’irradiazione con i protoni o con gli ioni. Altro filone molto interessante, ma ancora in fase di ricerca pre-clinica e clinica, è la radioterapia flash, che consente di dare una dose molto alta in una frazione di secondo. Parlando di tumori – prosegue – le novità riguardano le neoplasie in fase localmente avanzata in cui combiniamo la radioterapia di precisione con il trattamento farmacologico; altre novità riguardano alcuni tumori in fase iniziale, ad esempio i tumori del polmone per i quali usiamo la radioterapia stereotassica nei casi a rischio per intervento chirurgico.”