
Vacante oltre la metà (61%) dei posti banditi dalle scuole di specializzazione in Nefrologia, in analogia con altre branche ospedaliere con bassa o nulla possibilità di attività privata. Nel 2024 sono stati infatti banditi 337 contratti statali; di questi, solo 131 sono stati effettivamente assegnati. Oltre la metà delle borse destinate ai giovani Nefrologi (61%) risulta dunque vacante, percentuale in aumento rispetto all’anno precedente (58%). A lanciare l’allarme è la Società Italiana di Nefrologia, in occasione della Young Renal Week 2025, settimana dedicata alla formazione dei giovani specializzandi in Nefrologia, in corso fino al 14 maggio a Brescia. “La prevalenza della malattia renale cronica e la morbilità e mortalità a essa associate continuano ad aumentare”, dichiara il prof. Luca De Nicola, presidente della Società Italiana di Nefrologia e ordinario presso l’Università Vanvitelli di Napoli. “Si tratta di una patologia endemica che si è trasformata in crisi, considerata la carenza di specialisti Nefrologi che aumenta proporzionalmente al dilagare della malattia. Una crisi che può essere solo in parte affrontata attraverso momenti di formazione e confronto, e investendo nei giovani. Bisogna agire affinché la malattia renale cronica diventi una priorità per la salute pubblica, considerato inoltre che la prevalenza globale supera quella di altre malattie croniche non trasmissibili attualmente prioritarie per l’Organizzazione Mondiale della Sanità: malattie cardiovascolari, cancro, malattie respiratorie croniche e diabete”, afferma ancora. “La malattia renale cronica è progressiva e culmina in insufficienza renale, momento in cui la terapia sostitutiva renale – dialisi o trapianto – diventa necessaria per la sopravvivenza, gravando sul Sistema Salute in termini di costi umani, sociali e sanitari.”
Negli ultimi 30 anni, il numero di nuovi casi di dialisi è aumentato del 43%. Eppure, la consapevolezza pubblica sulla malattia renale cronica rimane bassa. Un gap informativo che riflette un fallimento delle agende globali di salute pubblica nell’affrontare adeguatamente il carico di questa malattia, minando gli sforzi per mitigare i fattori di rischio e migliorare la diagnosi precoce: “Identificare la malattia renale cronica in fase precoce è possibile investendo in programmi di prevenzione e screening, poiché si tratta di una patologia silenziosa e asintomatica fino agli stadi avanzati”, afferma De Nicola. “Per farlo, bisogna agire in collaborazione con i Medici di Medicina Generale e in partnership con le Istituzioni.” In questo contesto si inserisce la proposta di legge che prevede l’avvio di uno screening sulle popolazioni a rischio per la MRC, di cui Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera dei Deputati, è primo firmatario.
“Da un lato, dunque, ci impegniamo a promuovere informazione e sensibilizzazione, per diagnosi precoci e trattamenti tempestivi”, dichiara Maura Ravera, segretario scientifico della Fondazione Italiana del Rene e coordinatore scientifico della Young Renal Week. “Dall’altro, investiamo nella formazione dei giovani Nefrologi perché sappiamo che gioca un ruolo fondamentale nel determinare nuove opportunità di vita e di salute. Ma anche nel dare una svolta al percorso professionale. È necessario offrire corsi di aggiornamento che integrino conoscenze ed evidenze scientifiche pregresse con le novità e le potenziali innovazioni in tema di diagnosi e terapia. Soprattutto in questo momento, in cui la Nefrologia è in costante evoluzione e la ricerca scientifica rivoluziona il trattamento della malattia renale cronica.”